La sfida geopolitica è intensamente tornata nello spazio, dopo la storica rincorsa all’allunaggio tra gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda. Il panorama attuale tuttavia vede oggi una moltitudine di protagonisti interessati, con la sfida lanciata da nuove nazioni e l’arrivo di privati, evidenziando il peso sempre maggiore della “filiera spaziale” nei bilanci e l’interesse per le prospettive economiche scaturite dal nuovo campo d’investimento.
La NASA, maggior protagonista delle esplorazioni spaziali e simbolo stesso degli USA, ha esteso di ulteriori cinque anni la propria missione “Juno”, un satellite in orbita attorno a Giove dal 4 luglio 2016 che permette di comprendere meglio le dinamiche atmosferiche del più grande pianeta del Sistema Solare. Nella Stazione Spaziale Internazionale (ISS) frattanto il colosso spaziale sta sperimentando una nuova stampante in 3D, che possa realizzare gli strumenti necessari alle mansioni nella stazione spaziale e ottimizzare le forniture di materiali per i futuri viaggio nello spazio, permettendo di produrre localmente gli oggetti.
Tuttavia a ricevere i riflettori continua ad essere Elon Musk, il magnate sudafricano, cittadino canadese e naturalizzato statunitense proprietario della Tesla e della azienda aerospaziale SpaceX. Dopo i successi registrati negli scorsi anni, segnando uno storico ingresso dei privati nella “corsa”, sta varando il progetto Starlink, volto a fornire connettività Internet tramite una costellazione di satelliti. Il progetto si sta sviluppando in Europa, dove ha già ricevuto il sostegno del Regno Unito e si prepara a riceverlo da parte di Francia, Germania e Grecia. I kit di installazione costano 439 sterline (480 euro) con un canone mensile di 84 sterline (90 euro) e attualmente i primi test in beta anno già rilevato una velocità di download di circa 85 Mbps.
Nell’Unione Europea stessa sembra aumentare l’interesse verso il settore, con l’obiettivo di ritagliarsi un proprio spazio. Durante la Conferenza europea sullo spazio tenutasi a Bruxelles il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha dichiarato che «lo spazio ha un impatto diretto sul nostro obiettivo geopolitico di autonomia strategica», aggiungendo che «se vogliamo essere più forti nel panorama globale, dobbiamo anche essere più forti nello spazio». A tale proposito ha ricordato che 14,9 mld di euro del nuovo bilancio Ue saranno destinati al programma spaziale comune. Morena Bernardini, vice president Strategies di ArianeGroup (ente che mette assieme un network di oltre 600 aziende del settore e dell’innovazione), ha aggiunto che «Se non c’è un accesso autonomo allo Spazio per l’Europa, non c’è spazio per l’Europa».
Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia, in merito al valore finanziario dell’esplorazione spaziale, ha sottolineato come «nel 2021 vedremo l'onda dei ritorni economici degli investimenti realizzati dal nostro Paese lo scorso anno nel settore delle attività spaziali», grazie a contratti industriali siglati «per un ritorno di 1,3 miliardi di euro all'Italia». L’agenzia nazionale per il futuro prevede di spendere 10 milioni di euro in attività di innovazione che possano avere futura applicazione, volte alla costituzione di una «filiera di ritorno sostenibile sulla Luna e intorno».
Nel mentre la China Aerospace Science & Technology Corporation (CASC), società statale della RPC responsabile della produzione di satelliti e razzi, sta sviluppando una nuova linea di motori a razzo per le imminenti missioni spaziali della Cina (dichiarate a partire da questa primavera e con l’obiettivo di costruire una propria stazione spaziale nazionale) tramite lo sviluppo di un motore a combustione con elevata spinta alimentato a idrogeno e ossigeno per i razzi vettori per carichi pesanti.
Infine la Russia ha dichiarato l’intenzione di programmare un proprio allunaggio entro il 2030. Il direttore generale dell’agenzia spaziale Roscosmos, Dmitry Rogozin, ha dichiarato che nel frattempo ad ottobre sarà mandato in orbita verso la luna un modulo senza equipaggio, Luna-25, in grado di svolgere rilevamenti fondamentali per le prossime missioni. «Dopodiché invieremo Luna-26, un satellite orbitante per il telerilevamento della Luna – ha dichiarato il direttore - che fotograferà in dettaglio i luoghi dove i mezzi russi effettueranno l'allunaggio. Sarà poi compito di Luna-27 e Luna-28 mettere piede sul suolo lunare, campionarlo e riportarlo sulla Terra». Roscosmos prevede per il 2022 il lancio di circa sei per le telecomunicazioni da Vostochny, Baikonur e Plesetsk.
Altre nazioni ancora stanno vagliando progetti e prospettive spaziali, come l’India e la Turchia. Il Giappone frattanto, grazie all’Università di Kyoto e la Sumitomo Forestry, sta realizzando dei nuovi satelliti in legno, un prodotto innovativo che apre nuovi scenari produttivi.