Mercoledì, 15 Maggio 2024

Procida Capitale Italiana della Cultura 2022

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È stata proclamata Procida come Capitale Italiana della Cultura per il 2022. A comunicarlo oggi i presidente della giuria, Stefano Baia Curioni, al ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con la seguente motivazione: «Il progetto culturale presenta elementi di attrattività e qualità di livello eccellente. Il contesto dei sostegni locali e regionali pubblici e privati è ben strutturato. La dimensione patrimoniale e paesaggistica del luogo è straordinaria. La dimensione laboratoriale che comprende aspetti sociali di diffusione tecnologica è dedicata alle isole tirreniche, ma è rilevante per tutte le realtà delle piccole isole mediterranee. Il progetto potrebbe determinare grazie alla combinazione di questi fattori un'autentica discontinuità nel territorio e rappresentare un modello per i processi sostenibili di sviluppo a base culturale delle realtà isolane e costiere del Paese. Il progetto è inoltre capace di trasmettere un messaggio poetico, una visione della cultura che dalla piccola realtà dell'isola si estende come un augurio per tutti noi, al Paese nei mesi che ci attendono».

Considerato che la piccola isola in Provincia di Napoli è il primo borgo nella storia non capoluogo di Provincia o Regione ad essere premiato, a convincere la giuria è stato il progetto, che pone in programma 44 progetti culturali animati da 330 giorni di programmazione, 240 artisti, 40 opere originali, 8 spazi culturali rigenerati, presentate sul sito procida2022.com.

 

I cinque cardini del progetto saranno:
Procida inventa, caratterizzato da mostre e rivisitazioni cinematografiche;
Procida ispira, dedicato allo “spazio dell’immaginario”;
Procida include, dedicata al sociale e all’incentivazione di  strumenti di espressione dell’individuo posto in relazione alla collettività;
Procida innova, dedicato al rapporto tra cultura e innovazione, a livello nazionale e locale;
Procida impara, dedicato all’educazione. 

Procida (Proceta in dialetto, Prochyta in latino) conta 10.434 abitanti per 4,26 chilometri quadrati, comprendente l’omonima isola e la vicina Vivara, distante 3,4 km dalla terraferma. Di origine vulcanica e ricca di baie e promontori, gran parte del suo litorale viene tutelata dall'area marina protetta Regno di Nettuno. Diviso storicamente in nove contrade, dette “grancìe” (Terra Murata, Corricella, Sent'cò con il porto commerciale di Marina Grande, San Leonardo, Santissima Annunziata o Madonna della Libera, Sant'Antuono, Sant'Antonio e Chiaiolella), presenta tracce della civiltà micenea prima di essere colonizzata dai coloni greci di Cuma, ma furono i romani ad innalzarla assieme alle isole della zona come zona di villeggiatura. Dominio bizantino (anche se devastata dalle invasioni barbariche, senza però venire annessa a nessuno stato romano-barbarico, e dai saraceni poi) fu infeudata dai Normanni, che consegnarono l’isola, assieme al Monte di Procida sul Continente e in seguito anche l’isola di Ischia, alla famiglia dei Da Procida. Di questa famiglia si distinse Giovanni Da Procida, consigliere di Federico II di Svevia ma poi agitatore dei Vespri Siciliani del 1282. Nel 1339 l’isola passò ai Cossa, vassalli dei sovrani francesi d’Angiò, sino all’arrivo dell’Imperatore Carlo V, che concesse l’isola a filo-spagnoli d’Avalos. Più volte depredata dai saraceni (tra il Barbarossa e Dragut, celebri pirati al servizio di Istanbul e signori della costa nordafricana, si contano 6 attacchi in trent’anni) fu fortificata con numerosi torri, che oggi sono rappresentate nello stemma comunale, per quanto non potè opporsi alla flotta franco-sabauda nel 1647. Carlo III di Borbone, nuovo Re di Napoli e Re di Sicilia (nella parentesi tra il Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla, e l’ascesa a re di Spagna) concesse più ampia autonomia all’isola, assoggettandola direttamente alla corona, sino all’adesione dell’isola nel 1799 alla rivoltosa Repubblica Napoletana, quando l’isola fu duramente colpita. Devastata ancora dalla guerra navale tra l’Impero Napoleonico e l’Impero Britannico, nel 1860 l’arrivo dei Savoia e l’unificazione del Regno d’Italia fu accolta con grande fervore. L’isola tuttavia continuò a declinare, tanto da perdere nel 1907 il comune di terraferma, costituitosi in Monte da Procida, sino al 1957, quando la vocazione turistica dell’isola portò ad una grande crescita economica. Protetta da San Michele Arcangelo e set di numerosi film, la coloratissima isola di pescatori presenta paesaggi e costruzioni affascinanti, dal carcere a picco sul mare al borgo marinaro, sino alla riserva naturale sulla piccola isola di Vivara, collegata da un ponte e da una teleferica.