Lunedì, 29 Aprile 2024

Passata la scadenza del 28 febbraio la cittadinanza digitale riparta dall’inclusione dei territori locali

Valutazione attuale: 1 / 5

Stella attivaStella inattivaStella inattivaStella inattivaStella inattiva
 

La carta della cittadinanza digitale (Legge 07/08/2015, n. 124) sancisce il diritto di cittadini e imprese ad accedere a dati, documenti e servizi di loro interesse in modalità digitale, attraverso l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Lo scopo della carta della cittadinanza digitale è quello di semplificare l’accesso ai servizi pubblici da parte dei cittadini, riducendo la necessità dell’accesso fisico agli uffici. 

La carta della cittadinanza digitale ha dato un forte impulso all’attuazione di una serie di azioni già previste dal Codice dell’amministrazione digitale (Decreto legislativo 07/03/2005, n. 82) e culminate con le misure urgenti per la semplificazione (Legge 11/09/2020, n. 120).

Le misure urgenti per la semplificazione individuano il 28 febbraio 2021 come data nella quale le pubbliche amministrazioni attuano obbligatoriamente una serie di azioni importanti per la digitalizzazione dei rapporti con i cittadini: 

  • misurazione dei tempi dei procedimenti amministrativi
  • utilizzo di strumenti informatici e telematici per erogare servizi online, anche su dispositivi mobile quali l’App IO promossa dal Governo italiano
  • accesso ai servizi telematici attraverso il sistema pubblico di identità digitale (SPID), la carta nazionale dei servizi (CIE) e la carta nazionale dei servizi (CNS)
  • attivazione del sistema dei pagamenti elettronici della pubblica amministrazione (PagoPA).

Le tecnologie sono mature e in questi anni le piattaforme per attuare la cittadinanza digitale hanno raggiunto un livello di sviluppo importante, le norme sono piuttosto chiare, ma ci siamo dimenticati di coinvolgere i cittadini affinchè il concetto di cittadinanza digitale sia davvero reale.

Il terzo elemento per attuare la cittadinanza digitale infatti è l’organizzazione, ovvero la capacità di calare tecnologia e normativa all’interno dei processi che vedono coinvolti la pubblica amministrazione e i cittadini: inserire un link su un sito pubblico e pensare che un servizio online venga usato non è la via giusta per promuovere un nuovo rapporto digitale tra i cittadini e la pubblica amministrazione.

Il nuovo premier Mario Draghi, nel discorso di replica al Senato di mercoledì 17 febbraio, ha sottolineato la necessità del coinvolgimento di Regioni, Comuni e parti sociali nelle prossime azioni di governo.

In uno Stato come l’Italia dove ci sono 5.509 Comuni sotto i 5.000 abitanti (69,71% del totale) e una moltitudine di rappresentanze di ordini professionali, imprese, associazioni e terzo settore, l’attuazione della cittadinanza digitale deve necessariamente essere accompagnata da tecniche di partecipazione e di coinvolgimento degli enti locali e dei cittadini. 

La digitalizzazione è la seconda voce di spesa nel Recovery fund: oltre 46 miliardi per rendere il Paese più forte e sicuro. Un’occasione da non perdere e soprattutto un’opportunità per creare una vera inclusione dei cittadini e dei territori locali, fondamentale per garantire i diritti espressi dalla Carta della cittadinanza digitale.