Giovedì, 16 Maggio 2024

Lo Sposalizio della Vergine torna a casa, la tecnologia high tech riposta a Città di Castello l’opera di Raffaello

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Città di Castello riabbraccia oggi, grazie all’utilizzo di strumenti high tech, la celebre opera dello Sposalizio della Vergine, realizzata da Raffaello nel 1504 ad appena ventuno anni. L’opera era stata commissionata dalla potente famiglia degli Albizzini per il proprio altare situato nella chiesa di San Francesco, ispirandosi alla versione di Perugino, ma fu successivamente sequestrata dal generale lombardo-veneto Giuseppe Lechi, al servizio di Napoleone.

Ospitata oggi presso la Pinacoteca di Brera, ha lasciato un vuoto di 222 anni nella chiesa umbra, ma grazie ad un sistema di proiezioni digitali, un suo “clone” potrà finalmente tornare alla sua storica locazione. Realizzata da Haltadefinizione, tech company per i beni culturali del gruppo Franco Cosimo Panini Editore, l'operazione parte proprio dalle sale della Pinacoteca di Brera dove è stata acquisita l'immagine digitale in “gigapixel + 3d”, tecnica che consente di ottenere esemplari digitali a elevata risoluzione dei dipinti tramite l'unione e l'elaborazione di numerosi singoli scatti fotografici a porzioni del medesimo soggetto. I 4250 fotogrammi sono poi ricomposti grazie ad algoritmi appositamente studiati, creando quindi immagini dettagliatissime di miliardi di pixel. Non una semplice proiezione, ma una riproduzione al millimetro dell’opera, che, assicurano i partner tecnologici Memooria, consentirà di rilevare il materiale dell'opera, calco digitale che restituisca un'impronta tridimensionale con precisione nell'ordine della decina di micron.

L’opera giunse a Milano nel 1809, quando il quadro fu comprato dal nobile milanese Giacomo Sarmazzi della Ripa che lo richiese al fratello del generale Lechi, andando poi in dono al primo cognato di Napoleone, Eugene Beauharnais, che lo cedette alla Pinacoteca di Brera appena fondata, la quale, logicamente, non vuole privarsi di uno dei suoi pezzi più prestigiosi ed emblematici, considerando l’alto valore del primo capolavoro giovanile di Raffaello. Questo sistema proposto da Haltadefinizione tenterà così di rendere giustizia al Comune umbro senza mettere a rischio l’opera, ora milanese, offrendo una esperienza suggestiva analoga ai visitatori cinquecenteschi e completata dal restauro della cornice lignea dorata nella quale lo Sposalizio della Vergine di Raffaello era anticamente esposto, riportata all'antico splendore per accogliere la replica. La comunità si appresta così a celebrare il cinquecentenario dell’artista, assieme all’unica opera rimasta del pittore in città, il Gonfalone della Santissima Trinità.