Martedì, 23 Aprile 2024

Nuove criticità tra Iran e Occidente sul nucleare e nel Golfo Persico

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In concomitanza con la fase di transito tra il presidente statunitense uscente Donald Trump e l’insediamento di Joe Biden e nell’anniversario della morte del generale iraniano Qasem Soleimani, avvenuta a seguito di un attacco tramite drone durante la fase di scontri all’ambasciata americana a Baghdad (Iraq), torna a crescere la tensione tra la nazione asiatica e gli Stati Uniti.

In contravvenzione con i limiti previsti dall’accordo sul nucleare del 2015 (siglati tra il paese asiatico, la Russia, la Cina, l’Unione Europea e gli Stati Uniti), è stato registrato un arricchimento dei livelli di uranio al 20% presso l’impianto di Fordo, nei pressi della città santa sciita di Qom, a 200 chilometri verso sud-ovest dalla capitale, Teheran.

L’ordine di raggiungere gli ulteriori livelli di arricchimento è stato promulgato dal presidente della repubblica islamica, Hassan Rohani, a seguito dell’approvazione di una nuova legge presso il parlamento iraniano che richiede il rafforzamento dell’attività nucleare. Secondo quando riferito dal portavoce del governo alla televisione di Stato, Ali Rabiei, l’esecutivo aveva provveduto ad informare l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) prima di procedere all’avviamento della procedura nella struttura sotterranea.

Frattanto proseguono i contrasti sul Golfo Persico, zona fondamentale per il passaggio delle petroliere e dove si fronteggiano le potenze dell’area. Il mercantile cargo MT Hankuk Chemi della Corea del Sud, partito dal porto di Al-Jubayl, in Arabia Saudita, e diretto verso Fujairah negli Emirati Arabi Uniti, è stato sequestrato dalle forze navali delle “Guardie della rivoluzione islamica” (conosciuti come pasdaran, milizia autonoma nell’esercito iraniano) nei pressi dello stretto di Hormuz.

Secondo gli ufficiali della nave pasdaran Zolfaqar, il mercantile trasportava oltre 7 mila tonnellate di etanolo, per cui le autorità militari hanno ritenuto di sequestrare la stessa per evitare potenziali rischi di inquinamento ambientale, conducendola al porto iraniano di Bandar Abbas, principale sede della flotta militare nazionale. La procura di Hormozgan ha ordinato di attivare le necessarie procedure di controllo giudiziario, trattenendo il personale dell’equipaggio composto da cittadini della Corea del Sud, dell’Indonesia, del Myanmar e del Vietnam.